Ci siamo mai chiesti chi decide gli aumenti e i ribassi delle nostra bolletta della luce?
Si tratta dell’Autorità per l’energia e il gas (segue AEEG), competente nella determinazione delle tariffe della luce e del gas. Non sono più Eni e neppure Enel a fissare il prezzo e le accise che andiamo a pagare, come spesso erroneamente ci comunicano i diversi call center. La AEEG con scadenza trimestrale pubblica sul suo sito diverse delibere contenenti i valori aggiornati delle componenti che andranno ad imbellettare la nostra bolletta.
La bolletta italiana, anche se ai più non piace e non si fa capire, può almeno definirsi democratica, poiché sia a nord sia a sud i suoi costi rimangono invariati: c’è un’unica tariffa nazionale regolata.
I costi della bolletta cambiano a seconda dell’utenza: pagherete la tariffa D2 se siete un consumatore residente con fabbisogno casalingo che non supera i 3 kW di potenza. Nel caso invece non siate residenti oppure nel caso i vostri consumi domestici superino una capacità di 3 kW pagherete automaticamente una tariffa più cara, chiamata tariffa D3.
Ma andiamo ad analizzare le voci segrete della bolletta: si parla di costi di trasporto, prezzo energia ed accise, ma in realtà le voci sottintese sono molte di più.
Quando accendiamo la luce, in realtà paghiamo
una quota potenza, che rappresenta un fisso all’anno da moltiplicare al valore della propria potenza casalinga; il valore di tale quota varia a seconda della tariffa utilizzata;
una quota fissa, un fisso da pagare una volta all’anno;
una quota energia, ancora un fisso da pagare in base ai propri consumi, a copertura dei costi relativi alle infrastrutture dedicate al servizio di trasmissione, di distribuzione e di misura;
un prezzo energia, che è la componente che ci interessa di più, poiché va a coprire i costi di approvvigionamento dell’energia elettrica. Quando i fornitori di energia elettrica ci parlano di sconti si riferiscono solo a questa componente. Questo costo influisce per il 60% sull’intera bolletta della luce;
il prezzo dispacciamento un piccolo costo che si riferisce alla gestione della trasmissione giornaliera di energia;
la componente Disp.BT, che va a coprire ulteriori costi del dispacciamento;
la componente UC1 che copre i costi dovuti all’acquisto dell’energia elettrica, tale componente non viene pagata se si è già passati al mercato liberalizzato.
Ora seguono le componenti chiamate oneri generali di sistema che incidono per l’8% sulla bolletta
la componente UC3 è prevista per la perequazione dei costi di trasmissione e di distribuzione;
la UC4 è per le imprese elettriche minori;
la componente MCT è a favore dei siti che ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare, fino al definitivo smantellamento degli impianti (anche se in realtà ora non si parla più di smantellare ma di ricostruire centrali nucleari);
la AS è una componente introdotta il 1° ottobre 2008 per compensare le agevolazioni previste per quei clienti che usufruiranno della tariffa sociale;
la A2 è un’ulteriore componente per lo smantellamento delle centrali nucleari;
la A3 è per la promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili;
la A4 copre i tariffari speciali, previste per esempio per le Ferrovie dello Stato;
la A5 è per il finanziamento delle attività di ricerca e sviluppo;
infine la A6 è dovuta ai costi sostenuti dalle imprese in seguito alla liberalizzazione. Tale componente è al momento uguale a zero.
E ancora le tasse chiamate imposta erariale e accisa comunale che vanno a coprire il 14% dei costi totali della bolletta. E infine c’è l’immancabile l’Iva del 10%.
Ora possiamo leggere con occhi più consapevoli la nostra bolletta della luce.